Il Punto

Tra il secondo mandato e la voglia del terzo, il pericolo dell’esodo

La battaglia intestina sul secondo mandato nel Movimento Cinque Stelle, tra il Patron Grillo e l’ex presidente del Consiglio Conte, sembra già avere le prime vittime. Saranno molti i parlamentari illustri pentastellati a non potersi ricandidare.

Ma se le intenzioni sono nobili, concedere alla maggior parte degli attivisti cinque anni di gloria, nei fatti l’assenza di nomi conosciuti potrebbe portare ad un ulteriore decremento alle attuali percentuali previste nelle prossime politiche.

Si parte da Roberto Fico, in una prima legislatura lo abbiamo visti come presidente della commissione di Vigilanza Rai e la seconda quale presidente di Montecitorio

Poi c’è la vicepresidente del Senato e del Movimento Paola Taverna, vicinissima a Conte ma soprattutto volto storico e punto di riferimento del popolo penstastellato.

Sempre al Senato c’è Vito Crimi, primo capogruppo M5s a Palazzo Madama nella scorsa legislatura e “reggente” per molti mesi. Anche l’ex-Guardasigilli Alfonso Bonafede è arrivato al capolinea della sua esperienza parlamentare, dopo aver anche fatto parte del Direttorio del Movimento.

 Riccardo Fraccaro, Giulia Grillo, Nunzia Catalfo e Danilo Toninelli, ministri in carica come Fabiana Dadone e Federico d’Incà, il capogruppo Davide Crippa, presidenti di commissione come Carlo Sibilia.

C’è anche una vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni e un sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri che ha già dovuto fare un passo indietro alle primarie siciliane a causa di questo impedimento, quando ancora la regola non era stata fissata.

A loro si aggiunge l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che conta tre consiliature in Campidoglio, di cui la seconda come sindaca. Anche la Raggi dovrà dire addio a nuove cariche elettive. 

Ora vedremo chi di loro resterà volentieri al palo oppure troverà, come è accaduto già in tanti casi, un accomodamento in altri partiti.