ROMA – Il Generale di Corpo d’Armata dell’Arma dei Carabinieri Claudio Quarta lascia il servizio attivo per la “riserva”. Lo scorso 22 aprile, compiuti i 65 anni e raggiunto il limite di età è stato collocato “in ausiliaria”, come si dice in gergo militare, salvo poi, dal 23 aprile, essere trattenuto in servizio, con il grado di Generale di Corpo d’Armata, per ulteriori 60 giorni fino al 21 giugno, data a partire dalla quale le Istituzioni statali, in primis la Benemerita, potevano ancora richiamarlo in servizio con altro prestigioso incarico! Al momento, nell’immediato, non si prevede un suo “richiamo”, ma la soluzione potrebbe non essere “definitiva”.
Stiamo parlando del Generale di Divisione dell’Arma dei Carabinieri Claudio Quarta, che il 6 settembre 2006, l’allora Direttore de “Il Mattino” Antonio Manzo ebbe ad appellare dalle colonne dello storico quotidiano partenopeo, con sede in Via Chiatamone a Napoli, “Ufficiale gentiluomo” per via delle sue trattative, per tre giorni e tre notti, sotto una pioggia battente e all’agghiaccio (il freddo pungente, determinò l’exitus, ovvero la morte di un giovane dimostrante di 27 anni), con gli abitanti di Campagna in rivolta contro lo Stato, per la decisione di quest’ultimo di realizzare una maxi discarica sul loro territorio comunale.
In segno di rivolta, gli abitanti di Campagna bloccarono, l’autostrada A3 del “Sole” (Salerno-Reggio Calabria), in entrambi i sensi di marcia, dividendo di fatto “in due” l’Italia. Un “diplomatico” Generale Quarta, all’epoca dei fatti, Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Salerno, supportato dai suoi più stretti collaboratori, anziché caricare i dimostranti, come gli veniva chiesto da Roma, scelse la strada del “dialogo” e dopo tre giorni di serrate trattative, riuscì a far desistere i rivoltosi, che pacificamente rientrarono alle loro abitazioni, di cui portò le legittime rimostranze all’attenzione del Governo Centrale, che le accettò.
Lo stesso accadde, per il blocco ferroviario di Battipaglia, sui cui binari s’erano accampati un centinaio di persone in segno di protesta; dopo il suo intervento tutti tornarono a casa. Ma non è tutto! Due anni prima, sotto la sua perfetta cabina di regia (8 febbraio 2004) a Sapri si tenne il maxiblitz antidroga denominato “Operazione Polifemo” con cui venne smantellata una delle cosche di spaccio più pericolosa e attive del territorio, che si concluse con 17 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Sala Consilina, Domenico Panza su richiesta del PM Carmine Olivieri, che portò all’emissione di otto detenzioni in carcere a Sapri, e nove nell’hinterland napoletano, a cui vanno aggiunti altrettanti obblighi di firma in Caserma. Contestualmente, gli è stata conferita una delle più alte onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana quella di Commendatore. Un vero fuoriclasse, gentleman e raffinato mediatore di lungo corso, con alle spalle un nutrito bagaglio di esperienze in campo professionale e una bacheca di successi e palmares nel settore che farebbe “ingelosire” chiunque.
A conferma dell’alto spessore umano e delle spiccate attitudini di comando dell’alto ufficiale, si riportano “solo” alcuni dei tanti prestigiosi incarichi ricoperti: ha diretto, da Capitano, le Compagnie Carabinieri di Misilmeri e di Roma Parioli, il Comando Provinciale Carabinieri di Nuoro e successivamente quello di Salerno (2004 – 2006), di poi il Comando Legione Carabinieri Abruzzo e altri importanti e prestigiosi incarichi presso lo Stato Maggiore della Difesa, ove in tempi diversi è stato vice Capo Reparto Personale e Direttore dell’Istituto Alti Studi della Difesa e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, in seno al quale è stato autorevole e indimenticato comandante del Centro Nazionale Amministrativo. Al termine della sua carriera, ha diretto il Comando Scuole dell’Arma dei Carabinieri, da cui dipendono tutti gli istituti di formazione e quelli di specializzazione della Benemerita; di poi, ha retto la carica di Responsabile della Protezione dei Dati dell’Arma dei Carabinieri (RPD). Orgogliosamente di origini salentine (è nato a Monteroni di Lecce il 22 aprile 1956), è stato adottato dalla Capitale, finendo col diventare un tassello importante nella catena di comando dell’Arma e un punto certo di riferimento per tutti i Carabinieri (uomini e donne), dagli ufficiali ai più giovani militari di tutti i ruoli che ha formato sotto il suo comando, verso i quali, nella sua quasi cinquantennale carriera, ha sempre avuto parole di conforto e elargito preziosi consigli, tanto da diventare il pater familiae di molti di loro. Lascia il servizio attivo per godersi un più che meritato riposo e la sua adorata famiglia (moglie e due figlie, la più giovane delle quali, oggi Capitano, pure veste l’uniforme dell’Arma). Il Generale Claudio Quarta, 65 anni, è il simbolo di quell’Arma che i cittadini italiani “amano” e che spesso non trovano più per le strade e negli uffici. Non è stato solo un attento garante delle regole, ma uomo delle Istituzioni sempre vicino alla gente, riuscendo a mescolare la passione per il lavoro con la devozione ad una Istituzione, che vanta oltre 200 anni di storia, per cui lascia in eredità ai suoi successori un solco di “valori autentici e genuini” che tanto breccia hanno nel cuore e nel vissuto della gente comune.
Nel corso di questi quasi cinquanta anni di onorato servizio (è entrato alla Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli nel 1971, ove ha completato gli studi liceali), Quarta ha dato prova non solo di essere un grande Generale, ma di avere le doti di fine comunicatore e raffinato diplomatico. Ne sono la prova le lunghe giornate di lavoro trascorse alla consolle di comando, nell’intento, perfettamente riuscito, di vigilare sulla sicurezza della gente della sua giurisdizione ! All’uopo, come non ricordare che al vertice del Comando Provinciale dell’Arma di Salerno era “in servizio” anche a Natale, Ferragosto ed altre feste comandate, ben oltre il mandato conferitogli dall’Arma. Un “esempio” vivente per i suoi stessi militari, uomini e donne di tutti i ruoli, e una forma genuina e autentica di attaccamento al lavoro, vissuto come una “missione” e non come fredde ore d’ufficio. Non importava se questo significava stare per strada tra la gente, con il freddo o sotto un sole cocente, sotto l’acqua (come quando, nel 2006, sulla Salerno-Reggio Calabria sotto una pioggia battente e senza neppure l’ausilio di un ombrello, con una trattativa ad oltranza, scongiurò, lo scontro con i “rivoltosi” di Campagna), oppure restare in ufficio fino a “notte fonda”: il dovere e l’Istituzione che egli rappresentava e incarnava alla perfezione, lo esigeva! Ecco perché il Generale di Corpo d’Armata Claudio Quarta è stato e resterà a memoria imperitura il punto di riferimento per eccellenza nell’Arma dei Carabinieri, per il mondo dell’informazione (carta stampata, giornali, Tv nazionale, emittenti private, radio, web, ecc.), la gente comune e i suoi stessi Carabinieri, supportando i più giovani con parole di incoraggiamento e dispensando “perle di saggezza” agli ufficiali che avevano la responsabilità di intere Compagnie, coi quali soleva intrattenersi in proverbiali “briefing formativi e informativi”.
Superfluo aggiungere che, per tutti loro, Quarta ha rappresentato un punto di riferimento, certo, sicuro per il cittadino, talvolta vittima di ingiustizia, ma anche per semplici persone che, nel bussare alla porta del suo ufficio, dietro la scrivania di comando, non hanno trovato seduto un burocrate dello Stato, ma uno di loro che, con fare amichevole e cordiale, li ha accolti, fatti sedere mettendoli a proprio agio, di poi prestando attenzione e risolvendo le loro legittime richieste! Il tutto, sempre col sorriso sulle labbra e con la verve, appunto, dell’ufficiale gentiluomo. E anche quando, in alcuni casi, la Legge non poteva fare molto, dopo aver parlato coi postulanti, prima di congedarli, il conforto non mancava mai! Da Comandante delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri, ha fatto da “chiocciola” ai tanti uomini e donne di tutti i ruoli che sono transitati sotto il suo Comando e che hanno avuto la fortuna e l’onore di averlo avuto come “precettore”; tant’è, che ancor oggi, lo chiamano per chiedergli lumi, su questa o quella situazione! Orbene, lo scorso 21 giugno ha appeso al chiodo la sua amata divisa nera e il berretto con l’aquila rossa di alto papavero e raccolto gli effetti personali di una vita, da quello che, fino a poche ore prima, era il suo ufficio, non senza versare qualche lacrima di sincera commozione nel suo ultimo giorno di servizio, il primo da “civile”, è così che il Generale di Corpo d’Armata della Benemerita Claudio Quarta, salentino di origine, ma romano di adozione, ha lasciato il servizio attivo ! Porta con sé una miriade di bei ricordi, “collezionati” in 50 anni di intenso vissuto professionale, tanti sacrifici e zero rimpianti! Poiché ha sempre fatto tutto ciò che la situazione contingibile richiedeva e che se potesse tornare indietro non esiterebbe a fare di nuovo, per la gente, per i suoi militari, per la prestigiosa Istituzione (l’Arma dei Carabinieri) che ha avuto l’onore di rappresentare sempre al “top” in ogni situazione e per la nostra Patria bella, l’Italia! Ecco, tutto questo e tanto altro ancora è il Generale di Divisione dei Carabinieri, Claudio Quarta, che salutiamo con un motto dell’antica Roma “Ad maiora semper!”
Pino Di Donato