Lavoro, crollo ad aprile con una perdita di 274 mila posti

L’effetto Covid si è fatto sentire maggiormente ad aprile, lo rileva l’Istat mentre marzo è stato più contenuto

Come nelle peggiori previsioni fatte nel breve periodo, ad aprile arriva il crollo con una perdita di 274 mila posti. A marzo si è visto un contenimento Un calo generalizzato ma che pesa di più sui contratti a termine (-129 mila in un mese). Nel confronto annuo la contrazione sfiora il mezzo milione di posti di loro. Lo rileva l’Istat, spiegando che l’effetto dell’emergenza Covid-19 sul mercato del lavoro “appare decisamente più marcato rispetto a marzo”.
    Allo stesso tempo scendono nettamente anche i disoccupati, con il tasso che si abbassa dall’8,0% al 6,3%, il minimo dal novembre del 2007. Questo perché frena la ricerca del lavoro, sempre come conseguenza della pandemia e del lockdown. D’altra parte nella classificazione statistica di disoccupato rientra chi è a caccia dell’impiego. Chi non lo cerca, magari perché ritiene la missione impossibile, i cosiddetti scoraggiati, è compreso invece nell’esercito degli inattivi, in cui finiscono anche pensionati, studenti e casalinghe.

Tutti coloro che non fanno parte delle forze lavoro. Inattivi che, ad aprile, mettono a segno un altro boom (+746 mila rispetto a marzo).nel trimestre febbraio-aprile 2020 l’occupazione risulta in evidente calo (-1% pari a -226 mila unità) per entrambe le componenti di genere rispetto al trimestre precedente (novembre 2019-gennaio 2020). Diminuiscono nel trimestre anche le persone in cerca di occupazione (-20,4% pari a -497 mila), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,2% pari a +686 mila unità). Infine, le persone in cerca di lavoro calano in misura consistente nell’arco dei dodici mesi (-41,9%, pari a ‑1 milione 112mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+11,1%, pari a +1 milione 462 mila).