cinque finiscono in manette, anche il direttore dell’ente
Il Gruppo Tutela Economica e Finanziaria delle fiamme gialle ha eseguito quattro misure cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari firmate dal gip del Tribunale lariano. In cella sono finiti: i commercialisti Antonio e Stefano Pennestrì, padre e figlio, accusati di corruzione e di concorso in rivelazione di segreti d’ufficio; sono stati condotti in carcere anche Roberto Leoni, fino al 31 dicembre scorso direttore dell’Agenzia delle Entrate di Como e, attualmente, ai vertici dell’ufficio di Varese, e Stefano La Verde, capo team dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate lariana.
Agli arresti domiciliari, fermato nella notte al suo rientro dall’estero, l’imprenditore tessile comasco Andrea Butti, detentore del 33% delle quote della Tintoria Butti srl.
Il sospetto è che avrebbero ottenuto favori e sconti sugli accertamenti fiscali grazie all’intermediazione dello studio Pennestrì con l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate in città.
I finanzieri, nel corso dell’indagine coordinata dal pubblico ministero Pasquale Addesso, hanno anche ripreso in diretta il passaggio di consegna di una mazzetta da 2mila euro, consegnata da Stefano Pennestrì al capo dell’ufficio legale dell’Agenzia per essersi prodigato a far vincere una controversia davanti ai giudici della commissione tributaria all’imprenditore Butti.