Una storia che ha segnato per sempre i protagonisti
la paura maggiore per un paziente prima di un’operazione chirurgica è essere operato all’organo sbagliato oppure, all’arto errato. È accaduto a Lucca, dove sono stati condannati a sei mesi di reclusione, con la sospensione condizione della pena, i due chirurghi e la radiologa finiti a processo con l’accusa di lesioni colpose gravi dopo che a un paziente, oggi 59enne, fu asportato il rene sano durante un intervento all’ospedale lucchese nel 2016. Il tribunale ha disposto nei confronti dei tre dottori l’interdizione dalla professione medica per un anno.
Il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi per la radiologa che aveva refertato la tac commettendo, secondo l’accusa, un errore nel trascrivere il lato esatto dell’organo da rimuovere e 4 anni e 6 mesi per i due chirurghi, l’urologo che eseguì l’intervento e il suo aiuto. Era il 30 aprile 2016 quando il chirurgo urologo Stefano Torcigliani, 58 anni, è stato sospeso temporaneamente dal servizio, insieme al radiologo, Claudia Gianni, protagonisti della sconcertante svista sul referto, l’asportazione appunto di un rene sano al paziente del «San Luca». «Ho operato quel paziente due settimane fa – spiegò il dottor Torcigliani – in base al referto del radiologo.