Intanto il pugno di ferro sullo stato del centro America di Trump produce i primi effetti
Si è svolto in questi giorni l’incontro a Washington tra due delegazioni di Messico e Usa sulla spinosa vicenda dei dazi. Un meeting che non ha prodotto nessuno accordo tra le due parti
Sulla vicenda pende la minaccia del presidente americano Donald Trump di colpire immediatamente tutti i beni importati dal Messico con dazi del 5%. Non solo: l’amministrazione statunitense ha anche minacciato di alzare tali dazi fino al 25% entro ottobre se il Messico non porrà rimedio al flusso illegale di immigrati.
Nelle trattative sono stati fatti “progressi, ma non abbastanza”, twitta Trump sottolineando che le trattative riprenderanno oggi. Se nessun accordo sarà raggiunto, “dazi del 5% scatteranno lunedì” e saliranno gradualmente. “Più saliranno i dazi, maggiore sarà il numero di società che si sposteranno negli Stati Uniti”, afferma il presidente Usa. Intanto gli effetti delle minacce sul paese iniziano a produrre gli effetti sperati. Le autorità messicane hanno avviato oggi nello Stato meridionale di Chiapas una operazione per bloccare una carovana di circa 1.000 migranti provenienti dal Guatemala, entrati in Messico all’alba con l’obiettivo di raggiungere la frontiera degli Stati Uniti.