Ancora arresti nelle forze armate turche

Sono oltre 100 i militari destinatari di un provvedimento da parte delle autorità

 Nuove massicce operazioni in Turchia contro presunti infiltrati nelle forze armate per conto della rete di Fethullah Gulen, che Ankara accusa di aver orchestrato il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016. Sono 101 i mandati di cattura emessi stamani dai magistrati nei confronti di sospetti affiliati all’organizzazione.
    La procura di Istanbul ha chiesto l’arresto di 74 membri dell’esercito, 32 dei quali sono soldati tuttora in servizio.
    Tra i ricercati ci sono colonnelli e diversi alti ufficiali.
    Altri 27 mandati di cattura contro militari, 20 dei quali tuttora operativi, sono stati emessi dalla procura di Adana, nel sud del Paese. Blitz di polizia sono in corso in 18 province per cercare di arrestarli. Per il mancato golpe del 2016 Erdogan iniziò una vera e propria epurazione si registrarono oltre 2.700 dipendenti pubblici, tra cui militari e personale universitario, sono stati licenziati per presunti legami con gruppi terroristici. In base a due decreti governativi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale sono stati licenziati 637 militari, 360 membri della gendarmeria e 150 fra accademici e personale universitario. I destinatari dei nuovi provvedimenti sono stati licenziati per presunti “legami con gruppi terroristici o per l’appartenenza a organizzazioni ritenute una minaccia per la sicurezza nazionale”. Tra le persone epurate anche 392 insegnanti, 341 imam e altre personalità religiose e 245 membri del Ministero della Giustizia. Colpite pure 14 organizzazioni della società civile, due quotidiani locali e un centro di cardiologia.